Così recitava una vecchia publicità di quando ero bambina, quando c'era Carosello, in pratica nel mesozoico o giù di lì...e devo dire che già negli anni '60 mi faceva un po' sorridere. Sì, perchè chi mai, mi chiedevo, se ne andrebbe in giro in pullman per il Piemonte? A fare cosa poi? Il fatto di viverci mi faceva dare tutto per scontato, come se non valesse la pena di occuparsene.
In realtà ho cambiato idea da parecchio tempo e mi sono resa conto molto presto di quanto la mia regione avesse da offrire. A maggior ragione in questo periodo, dopo un anno abbondante di lockdown, timori e ansie, mi fa ancora più piacere tornare a scoprirne angoli sempre nuovi e allora decido di seguire il programma di
Dimensione Futuro, che ultimamente ha proposto una serie di simpatiche iniziative proprio a livello regionale.
In particolare lo scorso sabato siamo andati a visitare l'Abbazia di Novalesa, in Val di Susa, sullo sfondo nella prima foto, della quale qui potete ammirare un particolare del chiostro.
Alle nostre spalle la vetta, purtropo confusa tra le nuvole, del Rocciamelone.
A questo punto abbiamo proseguito con la visita di una delle innumerevoli cascate della zona, precisamente la Coda di Cavallo.
La strada che da Novalesa sale al Colle del Moncenisio ha messo a dura prova la mia ansia, ma mi sono concentrata più sul paesaggio circostante che sul dirupo che mi si apriva costantemente a lato e alla fine ne è valsa la pena, visto anche l'ottimo pranzo che ci aspettava.
Giusto per smaltire una passeggiata intorno al lago...
Infine, poichè ci sembrava ancora troppo presto per rientrare, abbiamo optato per un'ultima tappa sulla via del ritorno, alla Precettoria di S. Antonio di Ranverso, ai piedi della Sacra di San Michele, della quale confesso di aver sempre ignorato l'esistenza, ma che si è rivelata essere una vera bomboniera, degna conclusione di una giornata incredibile!